Monday 16 November 2009

Pensieri a ritroso.

Ho avuto una notizia.

Una Miss che io conosco ha ripreso il suo schiavo storico. Nonostante ora lei abbia una sua vita, e non poco “pesante”.

Mi sorprende un pò. Ma non mi dispiace. Perchè conosco il “lui” della situazione e so che è una persona che ha davvero bisogno di questa cosa… di questa persona al proprio fianco.

Credo sia giusto. Viste le cose accadute negli ultimi sei mesi, l’insofferenza di lui per qualsiasi contatto femminile che non fosse lei. Visto che nessuna era in grado di scalfire i sentimenti di quest’uomo, beh questo riavvicinamento per quanto sconcertante, spero che gli metta pace nel cuore. Lei probabilmente la pace ce l’ha già.

Mentre una delle mie due amiche, la persona che penso di stimare di più in Bacaro, ho ancora la sensazione che non abbia chiuso il ciclo dopo un anno.

Ma quanto tempo ci vuole? E’ direttamente proporzionale all’età?

Me lo chiedo per ovvie ragioni.

Anche perchè per me è un mistero oscuro.

Ieri sera sul libro ho letto una cosa che mi ha davvero colpito. Sull’autolesionismo.

La narratrice parlando con la sua intervistatrice dice che ad un certo punto, sentendosi sporca, “con le croste addosso” ha iniziato a tagliuzzarsi. Per togliersi le già citate croste di dosso.

Che l’autolesionismo sia una forma di espiazione è evidente. C’è da capire a che livello. E per quali ragioni.

L’asse autolesionismo/BDSM è quasi istantaneo. Ho conosciuto ben 5 persone che si sono avvicinate al BDSM per espiare qualcosa. Come forma psicoterapeutica.

Nell’autolesionismo sei tu che applichi su te stessa un rituale. Nel BDSM demandi questa responsabilità. In sostanza per queste persone, viene a galla un nuovo modo di ripulirsi.

Io credo che ogn’uno di noi possieda un bonus espansione. Che può spendere in maniera totalmente soggettiva. Ad un certo punto i condizionamenti e mentali, e sessuali, e sociali, diventano una gabbia.

E’ ovvio che si cerchi allora di modificare, di espandersi appunto. Una necessità che non tocca a tutti. Ma che in genere è “funzionale” rispetto all’offerta.

Ora la sessualità è più evidente, i prodotti si vedono in giro.

C’è chi spenderà il proprio bonus espansione con quella che penserà essere la propria trasgressione: privé, scambismo, gang bang, ma anche la semplice amante, o andare a prostitute.

Una parte decide che il proprio bonus espansione è quello della sessualità estrema. O comunque nell’esplorazione del dolore.

In questo mare (ma forse è meglio dire pozzanghera vista la quantità) di persone che quantomeno provano a variare del tutto “fantasia” piuttosto che pervesione, ci sono anche persone che hanno un qualcosa di più “disturbato” di altri.

Gli espiatori appunto. O chi ha bisogno di un pulpito. O chi ha notevoli insicurezze.

La persona che mi sconvolse di più fu uno slave toscano che aveva una certa fervenza religiosa. Pensava che il BDSM fosse peccato -> si faceva picchiare per espiare il peccato -> ma commetteva peccato facendosi picchiare e così via in una spirale senza uscita.

Finchè è diventato schiavo personale di una famosa Prodomme.

La domanda più logica è: ma non è il caso ad un certo livello, di vedere un buon psicanalista piuttosto che una Mistress.

Le Mistress a volte vedendo questi disturbi, invece di farsi prendere da manie di onnipotenza perchè non invitano i suddetti a vedere qualcuno che possa quantomeno spezzare questo circolo vizioso?

Le proprie perversioni sono già un peso a volte da portare. Non in questo mondo, quello virtuale, sottile, ma nell’altro… quello quotidiano, che ci manca anche un senso di colpa generato da percorsi interiori malati.

Sto parlando di una minoranza, sia chiaro.

Sto parlando di una situazione di disturbo reale. Anche se immagino che chi non pratica BDSM potrebbe davvero pensare che siamo tutti così.

Non so.

Sicuramente comprendo che anche io a modo mio possiedo un disturbo. Il mio bonus espansione l’ho speso entrando molti anni fa in questo mondo, permettendogli di formare alcuni tratti della mia sessualità.

Quando avevo Dade, ho combattuto contro molti fantasmi molto dolorosi. Oddio fantasmi che coraggio.

La gelosia per esempio. Dade mi ha spinta più volte verso ad una sorta di gelosia poco salubre, insana.

E lavorarci su, è stato male. Perchè nel tempo mi sono ritrovata dalla parte opposta. Con l’etichetta di indifferente. Di una persona a cui non interessa nulla dell’amore o di altro.

Il BDSM mi ha invece caricato di un sentimento che prima non provavo. Il possesso. Ed è un’altra gatta da pelare. Perchè è un sentimento altrettanto forte della gelosia. So che le dinamiche sono le stesse. Epurarsi da sentimenti perversi (nel senso di non buoni) è un processo lento ma che da buoni frutti.

Ieri (domenica) chiacchiaravo con una mia amica a proposito di una persona di Bacaro che sta vivendo una “meravigliosa storia vanilla”.

E la mia domanda è stata quasi tirata con una corda: ma se è così meravigliosa, perchè lui sta ore sui siti BDSM?

La risposta è stata: perchè a certe cose non si riesce a stare lontani.

Mi chiedo se è davvero così. Io dovrei stare zitta. Vivo una situazione privilegiata. Ma è davvero così irresistibile il mondo BDSM, la sessualità BDSM?

Ho sempre pensato che fosse parte del tutto, ma non la dominante.

Se la persona che AMO (amore, non infatuazioni o altro) mi da tutto, il BDSM certo mi mancherà, ma non sarà una grave rinuncia. Almeno finchè, o smette quell’amore, o accade qualcosa che offusca quel sentimento.

Ma in un rapporto neonato? Dove ti mangeresti, ti ingurgiteresti ogni giorno, perchè alla fine torni sulla scena del delitto?

Se hai davvero quello che vuoi, puoi rinunciare ad una fetta della tua sessualità?

Sono domande che mi pongo spesso. A volte penso di possedere la risposta. Il più delle volte penso che se la risposta c’è e la conosco, è sicuramente quella sbagliata.

Io non devo portare me stessa come esempio. Vivo una situazione praticamente perfetta. Un microcosmo che si regge in un sistema eliocentrico dove io, sono il punto focale.

Ma nelle storie normali? Dove c’è un lui, una lei, ed una fantasia in quel “noi” non può essere vissuta…

Finchè colui o colei che ha questa necessità che preme più forte, non scappa dal “noi” per cercare dapprima assaggiando ed in modo fugace, poi con maggiore frequenza un completamento.

Verrebbe da pensare che è troppo comodo. Si forse lo è.

Avere tutto. Senza dover rinunciare a qualcosa.

Ma poi è completamento questo?

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